Nota bene : Le collaborazioni di A
Filetta
alle colonne sonore dei film composte da Bruno
Coulais sono sulla pagina (in francese) dedicata a questo compositore.
Vedi anche le vidéos in piede di pagina.
Grazie
a Marilena
Verheus per il suo aiuto !
Prodotto da DEDA/A Filetta, Tuk Music/Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura.
Edizione autumno 2018
Cosa possono avere in comuno Aimé Césaire, grande poeta e drammaturgo martinicano che appare nel Pantheon di personalità che hanno fatto il ventesimo secolo, un importante politico (sindaco di Fort-de-France e deputato della Martinica), formato nelle "grande scuole" della Repubblica francese, e Jean Nicoli, modesto professore che insegnò nell'Alto Senegal (oggi Mali) alla fine degli anni '20, prima di tornare in Corsica per diventare uno dei leader della resistenza durante la seconda guerra mondiale?
Mettere insieme questi due pensatori umanisti luminosi, è semplicemente un desiderio affermato di ricordare più e più volte che dietro la grandezza di questi uomini che amiamo celebrare per i loro impegni e il loro sacrificio, c'è l'idea, per e con la quale, vivono e muoiono: quella di un mondo più giusto, più libero, più rispettoso delle differenze, più equo e più solidalo.
Abbiamo chiesto a parechi autori corsi d'oggi di essere, con la loro penna, alla confluenza del pensiero di questi costruttori che fossero Nicoli e Césaire, per illuminarci sul loro percorso ideologico, filosofico ma anche poetico.
Còrsi e italiani, polifonisti e jazzisti, tutti musicisti radicati, voce, tromba e bandoneon, vogliono mettere in luce gli ideali ma anche i sogni di questi "principi delle nuvole" proponendo una musica mista che non è quella di nessuno, proprio perché è di tutti.
Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare questo nuovo repertorio più volte in concerto (nel 2014 a Colonia e nei Rencontres de Calvi, poi nel 2016 a Le Mans e Rouen) e siamo stati molto desiderosi di avere una registrazione. E' fatto per coloro che sono in Corsica, il resto del mondo dovrà aspettare la fine 2018 !
Un piccolo promemoria: ottobre 2006, "L'aghja", un piccolo teatro Ajacciano, celebra il suo 20° anniversario. Per l'occasione, Francis Aiqui, il direttore, regista e appassionato di jazz, ha deciso di riunire jazzisti e polifonisti corsi: è l'incontro tra A Filetta da un lato e Paolo Fresu, André Jaume, Daniele di Bonaventura e Philippe Biondi; un vero amore a prima vista che darà vita al progetto « Mistico mediterraneo ». Dopo questo successo e alcune dozzine di concerti, tutti decidono di continuare la strada comune. Questa volta è un'opera musicale e vocale dal titolo "Dance, Mémoire, Dance". Da allora Paolo e Daniele hanno continuato la loro collaborazione, registrando « In maggiore » per la ECM.
Questo nuovo album, che mette in risalto le parole di Primo Levi: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario", è un traguardo importantissimo nei trentanove anni di esistenza del gruppo A Filetta.
Prima di tutto, in termini di musica, abbiamo qui più di un incontro, ma finalmente la vera creazione in comune che aspettiamo dopo Mistico mediterraneo. Va detto che con creatori del carattere di Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura, è bastato aspettare il momento giusto ...
Vere composizioni firmate Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura, Jean-Michel Giannelli e Jean-Claude Acquaviva intorno a testi precedentemente scritti da Marcellu Acquaviva, Jean-Yves Acquaviva, Ghjuvanteramu Rocchi e Jean-Claude.
Forse i testi non sono mai stati così importanti. Qui abbiamo un disco politico nel nobile senso del termine. Durante la presentazione del disco, Jean-Claude ha dichiarato: "Il mio sogno è che la gente compra questo album per leggere i testi". I tredici testi che evocano, attraverso le vite di Jean Nicoli e Aimé Césaire, i valori umanistici e progressisti a cui il gruppo è attaccato visceralmente, sono magnifici.
1 - I vostri sguardi (Marcellu Acquaviva/Paolo Fresu)
Da questo primo pezzo, l'ascoltatore viene sollevato da terra! Un rombo di bandoneon introduce le voci che espongono "sguardi penetranti" di queste due personalità; Nel terzo verso, l'umore cambia con l'arrivo "planante" di Paolo, poi, su una dolce sincopazione delle voci e della tromba, lasciamo il terreno, il ritmo accelera per tornare al tema iniziale. "Isulani, u mare ùn v'hà pussutu tene / In le rete di quelli ch'ùn sanu vede l'altru (Isolani, il mare non ha potuto chiudervi nelle reti che separano gli uomini)" ...
Questi versi potrebbero anche essere il sottotitolo dell'album.
2 - Quellu chì
(Marcellu Acquaviva/Jean-Michel Giannelli)
"Quello che sonnio", una musica di Jean-Michel Giannelli su un testo di Marcellu Acquaviva, con bellissimi passaggi strumentali di Paolo e Daniele dopo il 2° verso e alla fine del brano.
3 - Sciume
(Jean-Claude Acquaviva/Jean-Michel Giannelli)
Gli effetti elettronici di Paolo presto raggiunti dalle voci introducono Sciume, evocando l'acqua, l'oceano, le isole, il dubbio, l'esilio ...
4 - U viandante
(Marcellu Acquaviva/Jean-Claude Acquaviva)
Un pezzo molto ritmato sull '"uomo vagabondo" che permette ai due giocatori di scatenarsi alla fine. La polifonia corsa non è mai stata così swingy!
5 - Da a pieve di Carbini (Marcellu Acquaviva/Daniele di Bonaventura)
Un magnifico testo superbamente detto da Jean-Claude, evocando, da Carbini (in Corsica suttana) alle nere Americhe, la schiavitù e il massacro di coloro che hanno saputo dire "no". Alla fine, la speranza...
6 - In sempiterna (Jean-Yves Acquaviva/Jean-Yves Acquaviva)
Ai suoi figli, Jean Nicoli giustiziato il 30 agosto 1943 dall'occupante fascista, lascerà queste poche parole ammirevoli:
« Ai miei figli, presto me ne andrò. Se sapessi quanto sono calmo, quasi felice di morire per la Corsica e per il Partito. Non piangete, sorridetemi. Siite orgogliosi del vostro padre. Egli sa che lo potete essere; l'unico lutto che vi chiedo è la testa del Moro e il fiore rosso. Sulla soglia della tomba, vi dico che l'unica idea che mi sembra bella sulla nostra povera terra è l'idea comunista. Muoro per la nostra Corsica e per il mio Partito »
Jean-Yves Acquaviva ha saputo evitare la parafrasi creando un poema che riprende lo spirito della lettera di Nicoli. Paolo e Daniele fanno una vetrina per il canto di François e degli altri cantanti per questo pezzo commovente.
7 - A mio pena s'hè mondu (Jean-Claude Acquaviva/Daniele di Bonaventura)
Su una composizione da Daniele al pianoforte (il suo Kyrie eleison), un brano riflessivo. Daniele doppia al bandoneon e Paolo vola via...
8 - Human (Paolo Fresu)
L'unico instrumentale dell'album, un duo tromba/bandoneon composto da Paolo.
9 - Vintera (Jean-Yves Acquaviva/Jean-Claude Acquaviva)
Il sole dopo la tempesta, un bellissimo brano sulla speranza, quasi su un ritmo di valzer guidato dal bandoneon di Daniele.
10 - Africa (Jean-Yves Acquaviva/Jean-Claude Acquaviva)
Stéphane inizia questo bellissimo brano sull'Africa "dove è nata tutta l'umanità".
11 - Fiori d'Algeria (Ghjuvanteramu Rocchi/Paolo Fresu)
In riferimento a Jean Nicoli, Ghjuvanteramu Rocchi, che fu lui stesso insegnante in Algeria, evoca, con straordinaria umanità, gli anni trascorsi lì, e il futuro in cui "i bambini celebreranno con quelli dell'Algeria l'amicizia e la gioia e il canto ".
12 - Un'antra isula (Jean-Yves Acquaviva/Daniele di Bonaventura)
Un brano molto dinamico su due isole, l'isola paradisiaca e l'altra isola, fatta d'ingiustizia e di razzismo. Daniele è imperiale al bandoneon, bei scambi con Paolo.
13 - Alba impedita (Jean-Claude Acquaviva/Daniele di Bonaventura)
Un tema di estrema delicatezza introdotto dalla tromba e dal bandoneon e poi ripreso dalle voci che si intrecciano. Che bellezza!
14 - La costruzione delle cose (Jean-Claude Acquaviva/Paolo Fresu)
Un brano incredibile, il tema quasi allegro che contrasta con le parole "e pensare che non molto tempo fai, qui c'era la guerra".
E sulle parole: "Et dire que si nous étions justes/L'horreur n'aurait jamais été" ("E pensare che se eravamo giusti / L'orrore non sarebbe mai stata") conclude questo disco luminoso.
Queste prime impressioni dopo tre ascolti non possono esaurire il soggetto : ci sono tante cose da dire su questo disco eccezionale. La bellezza dei testi (in particolare quelli di Marcellu Acquaviva) e la ricchezza degli arrangiamenti, e in particolare l'immensa intelligenza musicale di Paolo e Daniele, devono essere enfatizzati ancora una volta.
In edicola il 25 agosto 2015 (World Village WVF 479097).
"Castelli" riunisce estratti di diverse creazioni intraprese dal 2008. I "castelli" cantati qui da A Filetta non fanno riferimento solo a luoghi storici. Sono anche castelli di sabbia, castelli di carte ... Attraversando pezzi sacri e profani scritti per il teatro, la danza e il cinema, c'incontriamo Fernando Pessoa, Shakespeare ma anche anonimi, tutti animati dalla stessa visione umanistica. In un approccio musicale aperto chi giocoleria con la memoria, la nostalgia e l'utopia, questi canti mettono in discussione anche il senso della vita e sono come un eco di questa frase universale di Jorge Luis Borges: "Fondamentalmente, io sono tutto quello che ho perso ".
Primi commenti da L'Invitu :
Inciso nel mese di giugno 2015 al "Carubbu" a Lumio, Castelli è il primo record di A Filetta nella sua nuova formazione. Dopo un anno nel gruppo, è chiaro che François e Stéphane sono perfettamente integrati e sono riusciti non solo ad appropriarsi del vasto repertorio, ma a cantare con emozione e talento. Stéphane ha una voce molto pura, quella di François ha un' ampia gamma e una notevole potenza vocale. Per quanto riguarda i "vecchi", sono come il buon vino. La voce di Paul non è mai stata più bella e potente, i bassi di Maxime così profondi, la voce di Jean così sicura, quella di Jean-Claude così agile. Per non parlare delle sue immense doti di compositore!
La copertina - una piramide di sei uomini su un mare in tempesta - certamente scintillerà discussioni. Ma lasciamo il posto al canto:
1 - Infine (Jean-Claude Acquaviva)
Uno dei quattro brani creati per il film TV Disparus. Belle ed originali variazioni su "M'aviate dettu", il testo di Jean-Claude. Le sei voci si mescolano, si rispostanno ... A volte pensiamo ai "collage" di Bruno Coulais, che utilizza la voce di Robert Wyatt. Sorprendente e magistrale!
2 - Letterella
(Jean-Claude Acquaviva)
Creato per Puz/zle di Sidi Larbi Cherkaoui, questo brano pieno d'allegrezza — "E in te che canta il mio camino"... — è oggi parte del repertorio standard di A Filetta.
3 - Notte tana
(Petru Santucci/Jean-Claude Acquaviva)
Un altra creazione per Puz/zle,, su un testo di Petru Santucci. Una notte magnifica, molto dolce !
4 - Ave maris stella
(Texte liturgique/Jean-Claude Acquaviva)
Una creazione per Songs of Lear di Shakespeare messo su dalla compania polacca Teatr Pieśń Kozła
(vista a Pigna nel contesto dalle Rencontres Calvi 2009). La scrittura di questo inno dedicato alla Vergine può sembrare piuttosto sorprendente. Da ascoltare più volte !
5 - In ogni addiu (Jean-Claude Acquaviva)
Altra creazione per Disparus, molto bella, sia lirica che raccolta. Uno dei picchi del disco a mio parere.
6 - Guardiabanda (Fernando Pessoa/Jean-Claude Acquaviva)
Crazione per Pessoassion, presentata a Lörrach nel 2008 e mai sentito da allora. Una riscoperta dunque ! Inizia come un canto tradizionale, quindi la scrittura diventa più complessa, mettendo in evidenza tutte le voci.
7 - Gradualia 29/12 (Texte liturgique/Jean-Claude Acquaviva)
Un estratto della messa del 29 dicembre, iin commemorazione del disastro aereo del 1962 al Monte Renosu. Questo Gradualia introdotto da un bellissimo bordone, è composto sulle parole del antifona "Ecce sacerdos magnus" che evoca San Tommaso Becket.
8 - Dormi (François Vincenti/Dominique Vincenti)
Una bella ninna nanna composta dai fratelli Vincenti.
9 - Ùn nu a sò (Fernando Pessoai/Jean-Claude Acquaviva)
Un altro brano creato per Pessoassion, da lungo al repertorio del gruppo. E questo si sente: pur essendo di scrittura molto complessa, sembra ovvio!
10 - In bocca à Diu (Jean-Claude Acquaviva)
Terza creazione - molto breve - per Disparus.
11 - Introit 29/12 (Texte liturgique/Jean-Claude Acquaviva)
Un altro estratto dalla messa del 29 dicembre. Questo riecheggia la libertà di parolla di Becket da fronte a Enrico II.
12 - Maroccu biancu (Jean-Claude Acquaviva)
Creazione per Puz/zle. Di solito cantata con Fadia Tomba El-Hage, qui Paul sta fornendo la voce principale.
13 - Si spera (Jean-Claude Acquaviva)
Quarto e ultimo estratto - anche molto breve - della musica di Disparus. Questi quattro brani sono tutti composti dal testo "M'aviate dettu" di Jean-Claude.
14 - Tbiliso (Petre Gruzinski, Jean-Claude Acquaviva/Revaz Laghidze)
Un vibrante omaggio alla Georgia e a la sua capitale Tbilissi.
Composizioni spesso complesse serviti da una perfetta esecuzione. In conclusione, un nuovo capolavoro di A Filetta. Un consiglio: un livello sonoro sufficiente è necessario per apprezzare appieno la miscela di voci. Ma questo può essere il risultato del peso dagli anni sul scrittore di questa colonna!
Inattesa (ma chi se ne lamenterà ?), l'edizione della colonna sonora di "Puz/zle", publicata dalla Eastman.
Questo doppio CD è la ri-creazione sonora, registrata a Anversa con suoni addizionali d'una performance in Utrecht, dello spettacolo di Sidi Larbi Cherkaoui. Ci sono, naturalmente, i voci d'A Filetta, quella di Fadia Tomb El-Hage, flauti e tamburi taiko di Kazunari Abe e la musica elettronica di Olga Wojciechowska.
CD1
1-Lost Reflection
2- Partenza Astuta
3- Prayer Song
4-Breathing with Colors
5- Relation
6-Erasing Memories
7-Notte Tana
8- Inna Moussa
9-Inside the Holy Whale
10-Treblinka
11-The Echo of Dragon Singing
12-Melting into Unknown
CD2
1- Yawno Tito
2-Amano Morio
3-Le Lac
4-Inn al Baraya
5-Ororo Pinne
6-Tookami
7-Maroccu Biancu
8-Lacrymosa
9-Letterella
10-Media
11-U Sipolcru
12-Collected Grief
13-L'anniversariu di Minetta
14 O Successores
Il commento di L'Invitu :
Un ruggito elettronico apre il primo CD (e anche la performance) : Lost Reflection, composto da Olga Wojciechowska. A volta questo brano evoca Also Sprach Zarathoustra di Strauss, probabilmente la "reflexion" dal titolo.. "Mente spremuta", sono le prime parole di Partenza Astuta cantato da A Filetta e Fadia Tomb El-Hage. Un incontro sorprendente e ovvio alla volta. Una longa introduzione di flauto e un brano quasi "immobile", Prayer Song. Breathing with Colors crea un clima aereo, magnifico. Relation è ancora un brano di flauto. Erasing Memories è ancora un brano molto riuscito di Olga Wojciechowska. La voce di Jean-Luc introduce Notte Tana, una bellissima composizione di Jean-Claude su un testo di Petru Santucci, con Fadia e tutto il gruppo. L'inno bizantino a Moisè Inna Moussa, è cantato da Fadia accompagnato del bordone d'A Filetta. Magnifico. I suoni dello spettacolo (muri chi crollano, petre chi rollano) introducono Inside the Holy Whale, uno dei molto belli momenti dello spettacolo, con i ballerini saltellando su e giù nello stesso posto. È una nuova versione - e magnifica - di Treblinka che ascoltiamo qui : Fadia si unisce agli cantatori d'A Filetta. The Echo of Dragon Singing e suonato al flauto da Kazunari Abe, poi il primo CD si conclude dal bello Melting into Unknown composto da Olga Wojciechowska.
Un rullo di tamburi introduce Yawno Tito, cantata da Fadia con un bordone di A Filetta, poi il clima cambia drammaticamente con Amano Morio, antico canto siriano scandato dal tamburo e dalle voce di A Filetta. Una versione insolita di Le Lac da Bruno Coulais, con Fadia et il flauto di Kazunari, che introduce poi Inn Al Baraya, tradizionale canzone libanese cantata da Fadia accompagnata dalle voci di A Filetta. Magia! Radicale cambiamento di clima con la canzone giapponese (cantata in lingua Ainu). Ororo Pinne e la composizione di Kazunari Abe, Tookami. Un canto molto dolce segue questo brano molto percussivo: Marroccu Biancu, seguito del bello Lacrymosa dal Requiem. Letterella, molto ritmico, segue questi brani meditativi con Fadia e percussioni. Media è una spezie di intermezzo con voci radiofoniche lontane, U Sipolcru mescola Kazunari al flauto e la voce di Fadia ed è per me un successo assoluto. Se dovessi fare una piccola critica, la fine insolita del canto non mi sembra migliore di quella originale. Collected Grief di Olga Wojciechowska è anche un punto culminante dell'album. E' piuttosto raro di sentire musica elettronica che ti commuove così. Una vecchia conoscenza, L'Anniversariu di Minetta di Tavagna, che ascoltiamo sempre con grande piacere, soprattutto perché questa versione è ancora più ricca rispetto a quella registrata su Intantu. Ed è - purtroppo - la fine dell'album, O Successores di Hildegard von Bingen cantato - splendidamente - da Fadia Tomb El-Hage.
L'incontro di quelle personalità così diverse era una sfida.
Non possiamo che lodare l'intuizione di Sidi Larbi Cherkaoui, che prevedeva che l'incontro tra la voce di Fadia a A Filetta sarebbe magico. Nelle sue stesse parole, "al di là delle lingue diverse, i loro suoni si intrecciano. A volte, le voci si sostengono. A volte, essi sono complementari o opposti, per unirsi in una voce ibrida ma armoniosa. Fadia e A Filetta s'ascoltono e si rispondono organicamente, in uno scambio costante di controllo e di ricchezza ".
Kazunari Abe porta sia un elemento d'aria con il suo flauto e di terra con i suoi tamburi. Infine, la musica elettronica di Olga Wojciechowska è d'una beltà che ci confonde. Tutti questi talenti messi insieme avrebbero potuto neutralizzarsi. Al contrario, la loro interazione è un grande successo.
Fine 2012, il gruppo balanino pubblica - anzi ristampa - un CD chì era incluso nella box « Trent’anni pocu, trent’anni assai » pubblicata nel 2010.
Questo CD, che si chiama « Pè a scusa », si compone di 8 brani tra cui 3 inediti (« A’ Sergiu » ; « Lisboa, noite triste » e « Tango dell’assenza »).
Verbatim : « Coloro chì non hanno la scatola DVD ci chiedono continuamente dove trovare questi canti. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di pubblicare il CD da solo, fino alla nuova opera del gruppo, che verrà registrata questa primavera! ", hanno spiegato i cantanti.
Durata totale : 31' 02
1-Liberata
E' la colonna sonora del film di Philippe Carrese girato in Corsica che mette in evidenza i rapporti tra còrsi è occupanti italiani durante la Seconda guerra mondiale. Questo canto è stata da allora « convertita » in polifonia, ma quì abbiamo la versione originale per voce sole e pianoforte.
2-Fiure
Canzone dall'album « Una tarra ci hè », pubblicato nel 1994.
3- A’ Sergiu
Canzone inedita scritta da Michel Frassati alla memoria di Serge Martinelli, morto accidentalmente mentre combatteva un incendio in Balagna. Michel è stato il maestro di Serge in Nesce.
4- Tango dell’assenza
Canzone d'amore scritta dalla cantante sarda Franca Masu e messa in musica da Daniele di Bonaventura (bandoneon).
5- Ma dì ciò ch’è tù voli
Chanson extraite de l’album « In l’abbriu di e stagione » paru chez Kallisté en 1987.
6- Cun tè
Canzone di « Cun tè » pubblicato dalla Kallisté nel 1984.
7- Mare eternu
Dall’album « In l’abbriu di e stagione ».
8- Lisboa, noite triste
Canzone scritta e composta da Jorge Fernando, autore compositore lisboano pubblicato sul suo CD «Vida ».
Su Liberata : Raoul Duflot-Verez, pianoforteIl commento di "L'Invitu" :
Questo "mezzo-disco" avrebbe anche potuto chiamarsi "Intantu" se questo titolo non era già preso. Mezzo forse, ma importante però, tanto il piacere di riascoltare i brani degli dischi vinyls dagli anni 80 chi non saranno mai ristampati, e anche le novità che erano allora i belli Tango dell’assenza e Lisboa, noite triste.
"Ciò che non muore non vive" (V. Jankelevitch)
Quando la canzone evoca la morte, non celebra anche la vita?
In Corsica, la tradizione ha dedicato un importante posto al culto dei morti.
Il gruppo A Filetta ha cercato a suo modo di contribuire alla conservazione del patrimonio orale dell'isola incorporando nuove influenze.
Oggi, questi cantanti, che rifiutano di essere i custodi di un tempio, fanno crescere attraverso le loro composizioni, l'idea di una tradizione prolongata, rinnovata e aperta, che sarebbe radicata nella memoria, ma con sviluppi complessi. Senza dubbio, é un esercizio difficile, ma essenziale per la permananza di un sogno: mantenere il loro entusiasmo, pur non alterando la loro sincerità.
Di Corsica Riposu, "Requiem per due sguardi" è una creazione commissionata dal Festival di Saint-Denis nel 2004. Si tratta di un requiem in latino, con sette voti, testi narrati punteggiato o cantato in molte lingue - còrso, francese, italiano - tratti dalla letteratura moderna. Inoltre, alcuni brani per bandoneon creati per questo requiem s'inseriscono in questo percorso che viene fatto dai sette voci della terra al cielo.
Dopo oltre trent'anni di esistenza, A Filetta segna con questo nuovo album uno dei suoi più ambiziosi ed eccitanti proggetti.
Il commento da L'Invitu :
Composto in memoria di Nicola Acquaviva e di Nicola Mancini, spariti giusto dieci anni fà, il Requiem è dedicato a Jean Antonelli, 'che ha dato i migliori anni della sua vita al respiro del gruppo'.
Due cose colpiscono al primo ascolto: la profondità e la potenza dei bassi, e la qualità estrema della composizione e dell'interpretazione. Da questo punto di vista, questo Requiem prolunga Medea, con composizioni complesse e sottili in cui è valutata ogni voce. Ancora una volta, a partire dai modelli tradizionali, Jean-Claude offre magnifiche creazioni, ricche e complesse senza essere complicate, con armonie inusuali. Il bandoneon di Daniele di Bonaventura sostituisce felicemente il violoncella della versione originale.
01 Di Corsica Riposu
02 Miserere
03 Notte Tralinta
04 Subvenite
05 Requiem
06 Kyrie
07 Dies Irae
08 Tuba Mirum
09 Rex Tremendae
10 Lacrymosa
11 Figliolu d'Ella
12 A'Mente
13 M'Aviate Dettu
14 Meditate
15 Domine
16 Nanzu À Sanctus
17 Sanctus
18 Pater Noster
19 Nanzu À Agnus Dei
20 Agnus Dei
21 Altrunimu
22 Lux Eterna
23 Libera Me
24 Da Cirone
25 In Paradisum
Paolo Fresu trumpet, flugelhorn
Daniele di Bonaventura bandoneon
A Filetta
Jean-Claude Acquaviva seconda
Paul Giansily terza
Jean-Luc Geronimi seconda
José Filippi bassu
Jean Sicurani bassu
Maxime Vuillamier bassu
Ceccé Acquaviva bassu
Registrato in Gennaio 2010
Schizzi di Corsica, lirica e luminosa, la tromba di Paolo Fresu si snoda attraverso le voci dei cantanti di A Filetta, il gruppo che si può definire tanto come un pioniere che come custode della tradizione polifonica corsa. Miscella omogenea tra patrimoniale e sperimentale, più composizioni del gruppo sono opera del suo fondatore Jean-Claude Acquaviva, che lo guida per più di trenta anni. L'occasione è anche data di assistere ad una dimostrazione impressionnante del virtuoso bandoneonista italiano Daniele di Bonaventura, chi ne reinventa l'uso impegnandosi in assoli fantasiosi e affascinenti duetti con Paolo Fresu, avvolgendo voci e tromba con un senso della forma quasi orchestrale. (Blurb sul sito del gruppo)
Sketches of Corsica, the Mediterranean and the wider world abound in this fascinating collaboration between lyrical Italian jazz improvisers Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura and vocal ensemble A Filetta. “Mistico Mediterraneo” is the first documentation of an alliance that has been gathering momentum for a few years already; it is also the ECM debut of the Corsican singers.
In October 2006, Fresu and Italian bandoneonist Daniele di Bonaventura, along with two other jazz improvisers (saxophonist André Jaume and percussionist Philippe Biondi), were invited by stage director Francis Aïqui for a celebratory event in Ajaccio’s L’Aghja theatre, establishing a basis for further collaboration. Over the last four years the musicians have fine-tuned the song cycle now known as “Mistico Mediterraneo”.
Source : ECM Records
Schizzi di Corsica, il Mediterraneo e il resto del mondo abbondano in questa affascinante collaborazione tra jazz improvvisatori italiani lirichi : Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura, e l'ensemble vocale A Filetta. "Mistico Mediterraneo" è la prima documentazione di un'alleanza che ha acquistato slancio per alcuni anni già; è anche il debutto ECM dei cantanti Corsi.
Nell'ottobre 2006, Fresu e il bandoneonista italiano Daniele di Bonaventura, insieme a due altri jazz improvvisatori (il sassofonista André Jaume e il percussionista Philippe Biondi), sono stati invitati dal direttore di scena Francesco Aïqui per un evento celebrativo nel teatro ajacciano "L'Aghja", creando la base per ulteriori collaborazioni. Nel corso degli ultimi quattro anni, i musicisti hanno messo a punto il ciclo di canti ormai conosciuto come "Mistico Mediterraneo".
Da leggere i primi commentari sulla pagina dedicata a Paolo Fresu.
Quel che ne dice "L'Invitu" :
Prima osservazione : I fan accaniti di A Filetta saranno forse confusi dal "suono ECM", questo caratteristico forte riverbero che caratterizza molte produzioni di Manfred Eicher. Dopo il momento di sorpresa e di fastidio, si finisce per dimenticarlo tanto il suono è buono. Ogni voce è identificabile, anche quando gli strumenti suonano insieme.Nonostante la diversità degli repertori (composizioni dae Jean-Claude Acquaviva, Jean-Michel Giannelli e Daniele di Bonaventura), Mistico Mediterraneo è un insieme coerente. Un vero incontro dove ognuno è à l'ascolto dagli altr. Un opera originale e attacante. Speriamo un seguito a questo bel incontro, forse con ancora più arditezza nelle improvisazioni. Per parlare chiaro, imagino già quel che potrebbe essere il prossimo CD, con Meditate e Ritus intesi in concerto; et anche - si può sognare ! - un CD dal duo Paolo Fresu/Daniele di Bonaventura(*) !
(*) Il mio sogno è stato realizzato con "In maggiore" (ECM).
Primo ascolto : un totale incantesimento
Facciamo
parte dei pochi privilegiati che hanno già potuto acquistare Bracanà,
la cui
disponibilità nei negozi dovrebbe essere ritardata di qualchi giorni
per causa
di fuoco alla fabbricazione dell’unità CD!
Ho già potuto l’ascoltare
più volte e godere di ogni brano.
In primo luogo, il contenente: un design originale per la bella copertina, una giacheta di circa venti pagine con un testo introduttivo scritto da Giovanna Marini, ed i testi (in lingua corsa e in francese) dei canti. Passiamo al contenuto. A Filetta ha ancora raggiunto l'apice. Questa parola è espressa in ogni disco, ma questa volta abbiamo davvero la sensazione che il gruppo ha raggiunto una pienezza, una maturità, che, lungi d’ancorare il gruppo nella routine, lo spingono invece ad esplorare liberamente nuovi sentieri. Fin dall'inizio, 1901 ci cattiva. Il basso continuo preso dal canto Georgiano, l’esposizione del primo tema da Jean-Luc, presto raggiunto dagli altri, l’entrata di Jean-Claude, la sottile oscillazione del secondo tema, talvolta con accenti di Himalaja, la profondità dei bassi, l'infinita dolcezza della melodia, l'ultimo involo sulla parola "Geurgia" ... Un canto che non vi lascia più.
Lo Dies Irae chi segue è allo stesso livello.
Alilo segna
come una rottura del clima, tornando al canto tradizionale
georgiano. Avevamo
dimenticato, tanto il canto
di A Filetta sa essere morbido, come può anche essere potente.
I
canti tradizionali non sono
più rappresentati in Bracanà che da due monodie cantate da Jean-Luc. La prima è
Lode à una simpatica
zitella, composta dal poeta Pampasgiolu, in omaggio alla
futura madre
di Jean-Luc, che ovviamente è perfetto in questo canto.
Il Benedictus della Via Crucis è di una modernità inaudita. I controcanti complessi
seguitando passaggi scanditi in una
profusione incredibile. Ogni
voce canta una partizione
diversa, ma il tutto è di una perfetta coerenza. Il meraviglioso
cambiamento d’accordo
porta un po 'più d’emozione. E quel che potrebbe essere solo
dimostrazione
tecnica o virtuosismo gratuito mantene sempre un significato più
profondo. Della grande arte ..
E'
solo la brevità dell’estratto
di L’Invitu che lo fà sembrare rinforzato rispetto alla versione pubblicata sul
disco Medea ? Io non lo credo. Jean-Claude aveva espresso con noi la
sua
insoddisfazione per la fine di questo canto sul CD Medea. Qui le tre
parti di
questo breve brano prendono tutta la loro forza. Che meraviglia!
Beati,
un altro canto
dalla "Via Crucis", è uno dei pochi canti di A Filetta che è cantato
a piena voce. ciò che non gli toglie un oncia di sottigliezza.
U Cantu di l'acqua è costruito in due
parti: una esposizione a piena voce, quindi una reprise molto dolce
con la voce di Paul in primo piano. Poi una
sorta di ponte introduce una nuova
esposizione del tema principale e poi del secondo.
La Nana georgiana, che sostituisce ormai a Makharia in apertura dei concerti, è un modello di dolcezza con la voce di
Jean-Claude supportata da un magnifico contracanto di Paul.
Meditate ha
evoluto molto dalla sua creazione nel 2003. Una molteplicità di echi di
voci scandando le parole di Primo Levi : "Meditate ... Scolpitele nel
vostro cuore ..."
Dalle prime note di Liberata (Alba. ..), ci si sente attraversati da brividi. Il canto è a volte
carezzevole, a volte potente, a volte straziante. Qui, a differenza dei
concerti, Jean-Claude recita il testo prima di cantare. Non cercare di
seguire il testo stampato, A Filetta destruttura il testo, usando
sillabe e suoni per creare una base ritmica e melodica, così come
farebbero jazzmen col scat. Personalmente, ho una (molto) leggera
preferenza per la versione dell’"Européen", e mi ricordo ancora quella
di Calvi, con il sublime assolo di Paolo Fresu ! Ma è a un livello
molto, molto elevato.
I Scherzi veranili su un testo di Petru Santucci e la musica di Jean-Michel Gianelli,
consentendo un migliore ascolto della bellissima voce di Ceccè.
La seconda monodia, Cuntrastu,
è in realtà una specie di chjama è respondi tra un marito un po
"stanco" 'e la sua moglie molto gelosa. Jean-Luc canta con un arte che
è il suo solo, una miscela di rugosità e d'incomparabile eleganza. Il
suo modo di fraseggiare, di costruire sul sillabe è inimitabile.
E, infine, Treblinka.
Per la cronaca, Jean-Claude aveva il splendido testo di Jean-Yves
Acquaviva e ha proposto di metterlo in musica per completare il disco.
In pochi minuti, la canzone è stata scritta! E 'difficile da credere
tanto questa canzone è così bella !
Il tema principale esposto quasi in un sussurro da Jean-Claude, viene
ripetuto in un loop fastidioso, in primo luogo scandita dalle note del
pianoforte, e poi sostenuto, a partire dal secondo versetto, da una
straordinaria "bourdon" a bocca chiusa. La terza strofa vede l'ingresso
di tutte le voci sul tema principale, sempre sostenute dal bourdon, con
una specie d'oscillazione intorno alle note basse create da Paul e
Jean-Luc, che suggerisce un clima gelido. Bisogno ascoltare Jean-Claude
pronunciare la parola "Treblinka" alla fine del 3 ° versetto ... E i
sublimi controcanti di Jean-Luc e Paul, alla fine, suonando come
strumenti a fiato, tirando verso la dissonanza.
Il più alto in questo brano, è che la speranza nonostante l'orrore, la
vita nonostante l'inferno, sono presenti. "La vita cerca sempre un
nuovo prato dove pascere" è il messaggio di questa opera che non si puo
dimenticare dopo averla sentita. Dopo due concerti, trovo le note del
pianoforte della versione registrata quasi superflue. Ancora una volta,
la versione in concerto è ancora più bella, più emozionante (ma tutto è
relativo a quel livello).
Quando il gruppo deciderà finalemente di pubblicare un CD (o DVD) dal
vivo? (*)
(*) Dapoi, sono stato esortato: nel cofano del DVD "Trent'anni pocu, trent'anni assai", c'è un sublime "concert privé" nell'Oratoire di Calvi !
La chronique de "Mondomix"
A Filetta n'est pas ce que l'on imagine à la hâte : un simple
groupe de chanteurs polyphonqiues vêtus de noir, agréable à
écouter dans une chapelle lors de vacances en Corse. Même s'il est
assez
idéal de les découvrir dans de telles circonstances, il faut
s'éloigner des clichés pour aborder leur musique. Ils sont bien sûr
ancrés dans une tradition profonde, mais à l'image de
la fougère qu'ils ont choisie comme emblème, ils se tournent
vers le
soleil.
Depuis trente ans que ces sept chanteurs d'exception se sont
réunis, ils
n'ont cessé d'évoluer, d'expérimenter, en repoussant les limites
d'un genre aux apparences austères. Sans jamais céder aux attraits
d'artifice, ils ont toujours remis leurs acquis en question.
Avançant sur les
chemins de l'innovation avec autant de rigueur que de détermination,
ils se
nourrissent du contact d'autres cultures, d'autres approches
artistiques.
Contrairement à leur effort précédent, Medea, qui se
concentrait sur l'oeuvre de
Sénèque, Bracanà (barioler)
puise à plusieurs sources, créant l'unité par la finesse de leurs
harmonies et de thématiques cousines, où s'emmêlent espoir et
inquiétudes. Espoir qui se faufile dans les textes liturgiques corses
mis en
musiques ou les traditionnels géorgiens, berceuse ou chant de nativité.
L'optimisme est aussi sous-jacent dans le printemps naissant
décrit dans Scherzi veranili mais l'on sait les blessures
glacées que les bourgeons recouvrent...
L'inquiétude n'est jamais loin
:
particulièrement celle qu'engendrent les totalitarismes évoqués dans
l'adaptation d'un texte de Primo Levi (Meditate), thème
qui rejaillit en écho dans le
final Treblinka signé par le chef de
chœur Jean-Claude Acquaviva.
Les chants, les contre-chants, les mélismes et les fines harmonies
pourtant
rassurent, et laissent éclore une beauté sereine, attentive à tout
ce qui peut la menacer, mais reste déterminée et souveraine.
Fêtant cette année trente ans d'une carrière riche et exigeante, A
Filetta confirme ici son statut de chef de file d'un art vocal
ancestral auquel il
apporte une respectueuse modernité et un supplément de noblesse.
Benjamin MiniMuM
A Filetta a reçu le Grand Prix de l'Académie Charles-Cros 2008 pour
Bracanà.
Coro
I :
L’invitu
Coro II : L’arditezza
Coro III : U casticu
Coro IV : U furore
Durata
totale : 46 minuti 30
Registrato
all'inizio 2005 al Couvent de Marcassu, I Catari
Nove anni dopo la creazione di questo Medea al teatro, ecco finalmente
il CD, dedicato alla memoria di Maï recentemente scomparsa. Queste
quattro composizioni di Jean-Claude Acquaviva, che evocano gli amori
passati di Medea la Caucasiana con Giasone, l’epopea degli argonauti e
infine, il furore mortale della sposa ripudiata, quindi bandita dal
regno, sono di una creatività inaudita ("un UFO", secondo Bruno
Coulais), lontano al di là di ciò che il pubblico può ascoltare di
solito in materia di polifonie corse.
Questa creazione commuovente, unica, universale, è realmente un’ opera
innovatrice, con echi lontani dei canti del bacino mediterraneo, in
particolare di la Georgia, pur prendendo le sue radici nel
canto corso tradizionale. È anche una cerniera nel percorso di A
Filetta.
I canti II ed III illustrano l'epopea e le vicissitudini degli
Argonauti, mentre nei canti I ed IV, il coro esprime principalmente la
condanna della mostruosità di Medea, che trasgredisce la norma umana.
"Giasone è il figlio di Esone, re di Iolco in Tessaglia. A Esone era
stato tolto il trono dallo zio Peliade. Egli ha mandato il suo nipote
nella Colchide. Divenuto adulto, pensò di riconquistare il regno
usurpato al padre. Ma per ottenere ciò, gli venne imposto dallo zio di
riportare il vello d'oro. Si tratta della pelle di un ariete grazia al
quale Frisso è riuscito a fuggirsi attraversando il Mare Egeo. Ha
sacrificato l’animale ed ha offerto la sua pelle ad Eeta, re della
Colchide, che l’ha accolto in casa sua.
Giasone, con l'aiuto della dea Athena, ha costruito la prima nave
abbattendo gli alberi del Pelione. Sarà la nave Argo. Si imbarca con
l'elite degli eroi greci, fra i quali Ercole, Orfeo, Tiffeo che sarà il
primo pilota. Eete sottopone Giasone a più prove di cui egli trionfa
grazie all'aiuto di Medea, la figlia del re di Colchide. Giasone ha
sedotto la ragazza e gli ha promesso di sposarla, e grazie ai suoi
poteri di maga egli riesce a mettere sotto il giogo due tori che
soffiano del fuoco e ad ammortizzare il drago che conservava il vello
d'oro.
Medea e Giasone fuggono, portando con loro Absytos, il giovane fratello
di Medea. Medea lo uccide, lo smembra e getta i suoi membri sulla
strada per rallentare la progressione di suo padre che li prosegue. Di
ritorno a Iolco, Giasone richiede il suo dovuto, ma Peliade gli rifiuta
il trono. Allora Medea inventa un inganno atroce per sbarrarsi
dell'usurpatore. Riesce a convincere le figlie di Peliade che sia
capace di rendere la giovinezza al loro padre. Di conseguenza, si
afferra di un ariete, lo ritaglia in pezzi, lo getta in un calderone
bollente, e ne sorge un agnello vivo. Le figlie di Peliade fanno subire
la stessa sorte a loro padre, ma nulla sorgerà dal calderone.
Iindignati, i cittadini di Iolco cacciano Medea e Giasone che trovano
rifugio a Corinto, presso il re Creonte. Quest'ultimo, che teme
rappresaglie, esige da Giasone ch’egli ripudia Medea e sposa la sua
figlia Glauce. È in questi casi che si lega la tragedia, la mattina
anche delle cerimonie nuziali di Giasone con Glauce: "Dei del cielo, dei del mare,
venite e benedite queste cerimonie nuziali reali." Ed
anche, popoli della terra, venite a noi secondo il rito. Da parte sua,
la straniera, che parta nella notte senza una parola, che parta
all'avventura come una che si è fatta togliere da un uomo di passaggio
1. L’invitu è in un certo modo l'apertura dell’opera. Questo canto si apre sulle
cerimonie nuziali di Giasone con Medea la maga, figlia del re di
Colchide Eete. Inamorata di Giasone, ha utilizzato la sua magia per
aiutare quest'ultimo a conquistare il vello d'oro. Il coro invoca
inizialmente i dei, evoca l'amore di Giasone (" Maestri in celu...")
ed invita infine Giasone a liberarsi da Medea ("Picca ti da roza a Caucasica")
ed a sposare una donna greca. Segue un ritornello stupefacente ("Ribombinu puru i scaccani")
prima dell'invocazione della partenza di Medea: che se ne
vada ("Quella, a si
porti a notte senza mancu una parolla"), passaggio dove si
riconoscono echi del tema di U
Furore.
"L'invitu"
è straordinario. Sottiglieza, invenzione, emozione, armonie splendide,
tecnica vocale senza difetto, accostamento dei timbri,
scrittura audace e ricca, tutto è perfetto! Una musica densa che parla
di Medea bensì di altre cose ancora, e che ci porta molto lontano.
2. L’arditezza,
qui cantato nella sua versione integrale, poiché il coro seguente,
evoca l’arditezza degli Argonoti partiti per sfidare il mare.
"Certamente era una smisurata arditezza che quella che animava questi
marinai presontuosi." Hanno voluto superare le onde, l'impero
marittimo, per mezzo di una barca fragile, che spingono così l'ordine
del mondo. Ormai, altrove non è più altrove ed eccoci privati
d'orizzonte. Questa nave era criminale, i dei furono spietati, la
punizione terribile. E perché questo viaggio, perché questo giro? Per
il vello d'oro, ma anche per una donna più pericolosa ancora che il
mare, Medea... (*)""
Questo canto, su un testo di una modernità stupefacente, è forse quello
che rompe di più col canto tradizionale, con frasi molto lunghe,
passaggi che sembrano sospesi nell'aria.
3. U Casticu (Il
Castigo) ha per argomento la punizione di quest'audaci "Rei tutti,
culpiti tutti".
Nessuna forza al mondo, né incendio né uragano o macchina di guerra,
hanno la violenza di una donna abbandonata, hanno il suo ardore ed il
suo odio." Dei del cielo, che siete sazi di vendetta, abbiate pietà.
Gli Argonauti quest'audaci, tutti hanno pagato. Ma lasciate vivere in
pace il conquistatore dei mari, salvate Giasone, non faceva che
obbedire agli ordini (*)"
U Casticu dà l'impressione di ritornare ad un canto più vicino alla tradizione,
ma è per meglio oltrepassarla. In alcuni sviluppi, è anche
probabilmente il più innovativo dei quatro canti.
4. U furore,
infine, evoca la furia di Medea ripudiata e bandita che sacrificherà i
suoi bambini a sua vendetta. "Dove può dunque andare la maga
insanguinata? Su quali cammini di disgrazia prevale la sua furia di un
altro tempo? Ha la testa alta per continuare a sfidare il re. È questo
l'atteggiamento di una donna che si è appena bandita?"
"Creon aveva conceduto alcune ore a Medea perché possa abbracciare
un'ultima volta i suoi bambini. Ha approfittato di questi momenti per
ardire la sua vendetta: essa offre un ornamento matrimoniale maledetta
a Glauce, la giovane sposa, che s'infiamma rivestendolo. La casa di
Corinto è incendiata ed il tirano Creon perisce nelle fiamme. Infine,
rompe ed annulla le sue cerimonie nuziali con Giasone uccidendo delle
sue mani i bambini che li collegavano, che lasciano Giasone vivo di
fronte al suo dolore, ai suoi dubbi, ai suoi rimorsi. Ella, ritrova la
sua virginità ed allo stesso tempo la sua legittimità di principessa
colchidiana volandosi sul serbatoio del sole, il suo nonno famoso (*).
Molto più moderno del secondo, molto più breve dei tre cori precedenti,
è anche il solo coro ritmico, ed è quello che, paradossalmente, è il
più distrutturato, con voci che traducono la pazzia di Medea. Si
osserverà che il tema di U Furore è già evocato nel Invitu ed in U
Casticu.
(*) Questo testo, presentato tra virgolette, è quello che dice
Jean-Claude Acquaviva in occasione dei concerti.
Il risultato - come spesso quando si mescolano le tradizioni mediterranee - è un invito al viaggio. La poesia dei testi di Seneca risuona naturalmente nel lirismo della lingua corsa a polifonia osserva quest'emozione, la amplifica, la precisa e la restituisce con una precisione straordinaria. Inoltre, l'architettura armonica del canto polifonico raggiunge meraviglia a rendere il volume dello spettacolo vivo pout il quale questi testi sono stati composti.
Medea è un capolavoro assoluto. Va notato che questa opera, lungi dall'essere solidificata, è in evoluzione continua. Così, gli spettatori di Seclin o di Parigi nell'ottobre 2006 hanno potuto notare l'introduzione di una campanella all'inizio di U Casticu, o di altri adeguamenti sottili.
L’opera non essendo fissata su divisione, ci occorreva dunque apprenderla interamente in modo orale. La difficoltà era tanto più grande in quanto alcuni cori rappresentano fino a 17 minuti di polifonia. Tutti quest'anni saranno stati necessari per l'apprendistato ma soprattutto per fare maturare questi canti, che, dalla loro durata, chiedono non soltanto una conoscenza perfetta di ciascuna delle sette voci ma soprattutto una concentrazione intensa dell'inizio alla fine dell'opera, essendo sempre presente il rischio "di non tenere la distanza", di perdere le tonalità e con ciò anche, l'attenzione del pubblico.
La scelta di una copertina è
sempre un momento abbastanza complesso nella concezione e la
realizzazione di un album. Si sa generalmente ciò che si vuole "fare
passare", ma la questione che si pone spesso è: come? Inoltre, pensate
bene che le otto persone che compongono il gruppo A Filetta hanno
inevitabilmente gusti molto diversi.
Per Medea, dopo discussioni multiple e l'esplorazione di diversi
tracciati, non eravamo convinti dal visualizzatore di cui disponevamo
per rappresentare questa storia splendida.
Nei nostri uffici al Carubbu, avevamo un calendario illustrato da
fotografie dei balletti di Monte-Carlo con i quali avevamo lavorato nel
2004. C'era una serie di fotografie della ballerina solista Bernice
Coppieters, e d'un colpo, ci è apparso come un'evidenza: questa
fotografia molto bella di Bernice (fotografia di Yann Coatsallou)
poteva veramente rappresentare questa donna.
"Dove va questa Menade coperta di sangue,
dove corre con la testa abbassata l'innamorata selvaggia?"
Quale crimine prepara,
Furiosa e scatenata ?"
Ogni canto ha la sua difficoltà. I cori di Medea non sono molto tecnici: le voci sono praticamente sempre in parallelo. La sola difficoltà è la loro lunghezza: di quattro minuti per il più breve a diciassette minuti per il più lungo... Restare concentrato tutto questo tempo, non è sempre facile.
Esistono alcune similarità tra il percorso di A Filetta e l'epopea
degli Argonauti, questi marinai fieri che hanno saputo superare il mare
per vivere avventure straordinarie.
Innanzitutto, i viaggi che hanno per ideale il "ritorno da sé": al
termine di ogni giro, abbiamo questa necessità indispensabile di
ritrovare le nostre fonti, la nostra terra e la nostra famiglia.
In seguito, molte leggende descrivono i pericoli che gli Argonauti
hanno superato grazie alle virtù particolari di ciascuno. Non parliamo
di virtù per A Filetta ma di timbri, di esperienze, di amicizie o di
vissuti, semplicemente, che ci hanno permesso di risolvere alcune
difficoltà, ma d'ordine musicale, è vero. C'è infine la ricerca del
vello d'oro, che potrebbe trovarsi a "questo posto che sembra così
inaccessibile e dove gli uomini hanno ancora qualcosa a dirsi e
condividere", questo posto magico che è per me il tempo di un concerto.
Sì, realmente. Per il fatto che il formato sia abbastanza particolare,
ho realmente fretta di presentare questi cori nella loro integrità.
Personalmente, sarà una prima. Sono impaziente e curioso anche di
vedere quali saranno le reazioni del pubblico.
Da leggere nel
n°83
di Corsica
(agosto 2006), l'articolo di Elisabeth Milleliri "MEDEA made in
Balagna".
Article tiré
du premier numéro
de Balagnews :
La cronaca di "Mondomix" :
Squaaly
La
colonna sonora del film coprodotto e
distribuito per France 3 (CD
2 titoli)
1 –
Liberata (piano : Raoul
Duflot-Verez), registrato in Parigi
2 - Liberata a
cappella, registrato al
Carubbu.
Semplicemente intitulato « Intantu », il primo album di A Filetta per la Virgin, pubblicato nel maggio 2002, rappresenta ciò che è il gruppo ad un momento dato della sua storia: "Abbiamo sempre fatto dischi a tema:" nel 1992 un disco di canti incoronati, nel 1995 un disco di canzoni, nel 1997 un disco dedicato ai canti della passione. Questo disco corrisponde a ciò che siamo: un gruppo venuto dalla tradizione, che si è arricchito in funzione dagli incontri che ha fatto" Intantu presenta dunque estratti di Médée, creato nel 1997, una paghjella, una monodia, un canto georgiano, riprese e creazioni. Alcuni estratti delle musiche composte per il gruppo da Bruno Coulais, e per concludere Sumiglia, come in ogni concerto. Il migliore disco per chi vorrebbe avere una descrizione dei concerti del gruppo. |
|
PASSIONE
(Molto
bene) registrato nel 1997 alla Cattedrale San Giovanni-Battista di
Calvi ed al Convento di Corbara, questo disco è interamente dedicato ai
canti della Passione. Jean-Luc Geronimi si è recentemente aggiunto al gruppo. Quest'arrivo non è certamente straniero al nuovo suono del gruppo. Si ritrovano qui tutti i cantanti di Ab Eternu più Pierre Bertoni, e i violoncellisti Paul-Antoine de Rocca-Serra ed Anne-Lise Herrera come pure Jean-Michel Giannelli all'organo. |
1 – U
Sipolcru
2
– L’Orme Sanguine
Canto del "Via
Crucis" di
Rogliano su un testo del
Settecento. Si osserverà che alcuni passaggi evocano il "Diu Vi Salvi
Regina".
3 – U Lamentu di Maria
Riprisa di questa
creazione splendida già intesa in Una
Tarra Ci
Hè.
4 – Dies Irae
Organo et violoncelli
introducono questo canto della
messa dei Defunti su una musica da JM Giannelli. Una curiosità nel
repertorio di A Filetta.
5 – U Lamentu di Ghjesù
Ripresa
di grande
intensità di questa creazione splendida création. Ad osservare la
trasposizione in un registro molto più alto del canto del
solista (Jean-Claude).
6 - Ghmerto
Uno dei
brani i più emblematici di A
Filetta, questo canto georgiano è spesso cantato in concerto. Una
costruzione in spirale, un miscuglio di morbidezza e di potenza.
7 – A Sintenza
Creazione
di
Jean-Claude, di grande intensità
drammatica.
Occorre vederlo in concerto, il suo viso smorfiante esprimando
tutta la
sofferenza "di quello che soffre in silenzio".
8
– U Dubbitu
Creazione di Marcellu
Acquaviva-Franceschini /
Jean-Claude Acquaviva.
Si ritrova l'ambiente musicale di Una Tarra Ci Hè.
9 – A l’Alivetu
Creazione di Jean-Claude. Un longo
gemito di una intensa tensione drammatica. Uno dei vertici di questo
disco.
10 – Lamentazione di Jeremiae
Arrangiamenti
di A
Filetta delle lamentazioni
cantati all'occasione della Messa della Tenebre della Settimana Santa
di
Calvi
11 – Tecco
Arrangiamenti
di A Filetta
Da
segnalare anche nel 1997, una curiosità: la partecipazione di A Filetta
al disco dedicato alle orchestrazioni nuovi di Maurizio Ravel su canti
tradizionali corsi, con Anna Rocchi, Gigi Casabianca, François-Philippe
Barbalosi e Graziella Venturi. Paul e Maxime in solo ciascuno su due
brani.
Grazie a Jean-Mathieu Canniccioni per avermi fatto scoprire questo disco.
Il primo capolavoro di A Filetta è, nella sua parte principale, un disco di canzoni con strumenti. Presenta anche alcune polifonie. Si trovano qui tutti i cantanti di Ab Eternu ai quali si è aggiunto Pierre Bertoni.
1 – E’ Puru Simu
Quì
Apertura
del disco con un quasi-inno. Molto dinamico.
2 – Una
Tarra Ci
Hè
Ancora
una composozione di Jean-Claude, belle sonorità di ghitarra.
Una
paghjella di creazione che riferisce un episodio della "pacificazione"
del Niolo dalle truppe francesi dopo la sconfitta di Ponte Novo. Una
grande emozione emerge da questo canto. A comparare allo "Impiccati
"(con strumenti) su O Vita...
4 –
Trè
Ambiente medievale per questa composizione di Jean-Claude : « erano
tre : un
vecchio monaco, un ombra e un rè ».
6 – Sò
l’Omu
Testo
di Marcellu Acquaviva,
musica di Jean-Claude.
7 –
Fiure
Testo di Marcellu Acquaviva, musica di Jean-Claude.
Ballata di grande morbidezza cantata da Jean-Claude.
8 – A Muntagnera
Testo di Marcellu Acquaviva, musica di Jean-Claude.
La
vita dei pastori attraverso gli episodi della transumanza dal Falasorma
verso il Niolo. Passando per il passo di Caprunale, ben noto degli
escursionisti, dove si poteva salire in carozza alla fine del
ottocento, la fontana del Tasso, il riposo a Mirindatoghja....
9 – A l’Acula di Cintu
Questa creazione di Jean-Claude è un altra evocazione del Niolo.
10 – U Lamentu di Maria
Una delle più belle creazioni polifoniche di quest'epoca.
Bellissimi, i silenzi ...
11 – Da Grande
Canzone molto graziosa sul tema dell'immaginario infantile.
12 – L’Ombra Murtulaghju
Marcellu Acquaviva /Jean-Claude Acquaviva
"Furioso s’è fatto il vento d'inverno... Nei campi è passata un'ombra "
13 – Eo Sai
Balata piena d'amore composta da Jean-Claude Acquaviva"
A mio parere il primo disco di A Filetta interamente riuscito, che si prende piacere da riascoltare.
1 - Miserere
Canto liturgico di Corbara, cantato molto classicamente, su un tempo lento.
2 – Tantum Ergo
Molto
bella creazione composta da Jean-Claude. Là ancora un ritmo lento, con
questi passaggi "aerei" che sono la grande particolarità del canto di A
Filetta.
3 – Agnus Dei
Brano della messa di Olmi-Cappella, con gravi molto profondi.
4 – U Versu di Paulellu
Creazione molto breve di Jean-Claude su un testo tradizionale.
5 – Requiem
Creazione di Jean-Claude su un testo tradizionale.
6 – Tecco
Un
estratto della Settimana santa di Calvi cantato dai confrati in
occasione delle processioni del Venerdì Santo, dominato dalla bella
voce di Jean.
7 – E Lode di u Sepolcru
Brano
della Settimana Santa di Tagliu Isulacciu, già cantato da E Voce di U
Cumune e da I Muvrini e Tavagna. A volte cantato in concerto da A
Filetta, in particolare nel balletto in Memoriam. A ciascuno di
comparare le versioni!
8 – Sanctus
Creazione di Jean-Claude su un testo tradizionale.
9 – U Lamentu di Ghjesu
Creazione di GD Marcotorchino, Toni Casalonga, Nando Acquaviva e Roccu Mambrini.
Creato
nel 1982 in occasione della Passione di Calenzana e già inciso in A u
Visu di tanti. Uno dei brani del repertorio di A Filetta che commuovono
di più l'ascoltatore, che si troverà ancora in Passione.
La presente versione è più raccolta, meno drammatica e più lenta di quella di Passione.
10 – Te Deum
Canto liturgico di Calvi
11 – Presso il Legno
Brano della Settimana santa di Calvi.
12 – Agnus Dei di i Defunti
Creazione di Jean-Claude sul testo della messa dei defunti.
13 – Libera Me
Brano della Messa dei defunti di Balagna dominato dalle voci bassi.
14 – Stabat Mater
Splendido canto liturgico cantato a Calenzana durante la Settimana Santa.
15 – Paghjella d’Ascu
Paghjella tradizionale secondo il "verso" di Asco.
16 – Sumiglia
Brano
emblematico del gruppo, che chiude ciascuno dei loro concerti da una
buona quindicina di anni, è un canto composto nel 1988 alla memoria di
Ghjuvan Battista Acquaviva. "Omaggio reso a quello che fino al suo
ultimo soffio si è identificato a questa terra che ci ha generati; è un
inno all'altruismo, al dono di sé "
In conclusione, un disco
molto bello, forse un po'monocorde, con alcune pepite come U Lamentu di
Ghjesù e Sumiglia. Si esprimono già le qualità immense di scrittura di
Jean-Claude, in particolare nell'Agnus Dei di i Defunti e Tantum Ergo.
Il migliore resta tuttavia da venire...
1
– Salutaris
Hostia
Tradizionale di Moncale
(U Mucale), vicino a Calenzana.
2 – Violetta
A
Filetta dà qui la sua interpretazione di questo "classico" della
polifonia, cantato in particolare da Voce di Corsica e dal Coro di
Sartène.
3 – U Ballu di Larenzu
Creazione di Jean Antonelli
4 – Requiem
Tradizionale di Rusiu.
5 – Kyrie
Tradizionale
d'Asco.
6 – Anima
Creazione di Marcellu e
Jean-Claude Acquaviva.
7 – U Lamentu di
Ghjesù
Creazione di GD Marcotorchino,
Toni Casalonga, Nando Acquaviva et Roccu
Mambrini,
creato nel 1982 in occasione della passione di Calenzana. Si troverà ancora in Ab Eternu e Passione.
8 – A Muresca
Tradizionale.
9 – A’ u Vechju
Pueta
Tradizionale.
10 – Paghjella
Tradizionale.
11 – Pueta
Creazione di Jean-Claude
su un testo di Rinatu Coti.
12 – Suda Sangue
Tradizionale di
Calvi .
13 – A’ Vende
Hè
Composizione di Jean-Claude.
14 – Dio Vi Salvi
Regina
La
versione di A Filetta dell’inno corso.
(*)
Anima
Di l'aghje
"Al
di là di queste aree diffuse dalle pianure fino alle montagne, oltre a
questi spazi dove batteva, precedentemente, il cuore di una società
rurale, c'è il simbolo di una volontà nuova, di un giorno nuovo dove un
certo senso del comune si sveglierà in noi."
La violetta
Ma di ciò che tu voli
Oggi
i momenti di riflessione e di misura sono rari; soli tuttavia, essi
permettono di percepire il peso reale delle cose semplici della vita,
di ricordare il prezzo inestimabile dei valori umani di perdono e di
pace... Il testo si vuole allora sperenza.
Mare eternu
Il
mare, dall'immensità della sua dimensione, dal mistero dei suoi abissi,
è stato e rimane per l'uomo una fonte di fascino. Queste righe gli
sono dedicate, a lui ed a tutti quelli, marinai o altri figli della
realtà o della leggenda, che perirono sotto le sue sommosse.
Oggi (Occi)
Qualche
case scolpite dal tempo, qualchi alberi curvati dal vento... È tutto
ciò che rimane di un villaggio ammortizzato nell'oscurità della storia.
In queste tenebre, in cui tuttavia il mormorio di un cuore smarrito
viene ad ogni crepuscolo ad urtare il nostro presente e combattere
l'oblio.
Pé 'ssu dumane
Perseguire il sogno di una Nazione non è il diritto e forse il dovere di qualunque uome innamorato di dignità ?
Pueta
Sintenza par té
A canzona di a vita chi va
Cum'e tutti i zitelli
L'imbasciadori
Maestru parlami in corsu
O ghitarra meia
Passanu i mesi
Sonnii zitillini
Sta notte he natale
U ventu
Un acillucciu
Voca vuchina
Aghju coltu
È
vano raccogliere negli slanci della Storia, i fiori di un futuro pieno
di fede e di speranza, anche se si rimane a volte incompreso?
Criaturella
Questo
canto è destinato ai nostri figli, che costruiranno, se gli sappiamo
comunicare il desiderio, un mondo di dignità e d'amore su questa
terra che è la loro.
Cumpagnu
Canzone dedicata a Jean Antonelli, un tempo imprigionato.
"Il compagno imprigionato testimonia la permanenza della ricerca d'identità e di speranza."
Cun tè
Grandi
poeti, come Aragon, hanno magnificato la donna. Al nostro modo più
umile, vogliamo tentare qui di rendere omaggio a tutte le donne che
combattono per la libertà ed in misura maggiore a tutte quelle che, da
bersaglio all'oppressione ed alla morte, continuano a simbolizzare la
forza della vita.
I mufrini
Dieci
anni fà, i bambini di un piccolo villaggio di montagna, Loreto di
Casinca, cantavano la loro fede attraverso la Corsica. Siamo di questo
paese, vogliamo crescervi, apprendervi e
vivervi. Il loro invito allargato a tutti i bambini del mondo rimane più che mai attuale.
I pescadori è u mare
Lontano
dagli clichés idilliaci di una Corsica litorale, soltanto dedicata al
"tutto turistico" ed alle barcarolle sdolcinate, esiste un'altra
Corsica, più vera, meno paradisiaca: è quella di un popolo intero, è
quella dei pescatori condannati a sopravvivere in una società sempre
più spersonalizzata.
Questo canto, ispirato da un testo di Pablo Neruda su questo tema, è anche per noi una prova d'apertura sul Mediterraneo.
U mare è u fiume
Come
il ruscello di questa favola, che si getta nel mare... il nostro
popolo, come molti altri popoli, porta dalla notte dei tempi, il suo
contributo originale all'universale.
U ventu scemu è a vechja serena
Una sera di dicembre a Bastia. Fa molto freddo. Il vento, nostro Libecciu, peggiora la temperatura!
In
una via della vecchia città, una povera vecchiarella, uscita
per fare la spesa, ritorna a casa. Il vento soffia in tempesta. Curvata
in avanti, avanza penosamente... ed il dramma arriva. È gettata a
terra, le sue provviste diffuse, la sua bella acconciatura demolita. È
ferita alla testa. Il poeta interviene immediatamente. Solleva la
vecchia donna e la conduce a casa. Resta con essa a lungo! Durante
questo stesso tempo il vento scantenato soffia sempre più forte. Sembra
attendere la sua preda... La vecchia, che ha ripresa i suoi spiriti,
sfidando il suo nemico, si firma continuamente!!
Versu di u vignaghjolu
Vogliu
A megliu sta
Approfittare
delle cose essenziali che la vita ci porta ogni giorno, e così restare
interamente sé stesso, è il tema di questa canzone, prova supplementare
della necessità per l'individuo "di essere" per fiorire e vivere.
L'impiccati
I
popoli hanno memoria. Il popolo corso come gli altri. In 1774, la
tragedia si lega nel Niolo. Le truppe del re di Francia arrestano e
torturano patrioti, fra cui un adolescente di 15 anni. Questo momento
penoso della nostra storia non lascia qui nessuno indifferente, benché
due secoli siano passati.
L'orida bestia
"L'orrida
bestia", è il fascismo e la sua processione di privazioni e di
sangue... il fascismo che, purtroppo oggi come ieri, rimane, al di là
di oceani e frontiere, la vergogna della coscienza universale.
Mandulina
O Dume' o Muame'
Perché
abbiamo con forza la certezza di vedere un giorno tutti i lavoratori
uniti nella lotta per il riconoscimento dei loro diritti.
O terra
Quest'inno
alla nostra terra, quella delle alte montagne coronate di neve, porta
in lui tutto l'amore di un popolo che rifiuta un'agonia programmata, e
che attinge nella Storia la forza di costruire il suo futuro.
O vita, o vita
Quando
una catastrofe surviene, un cattivo anno o una morte naturale, la vita
riprende sempre i suoi diritti con forza. Questo canto, espressione
della rinascita della Corsica e del suo popolo, è un vero inno alla
vita.
Paghjella
Questa
"paghjella" si cantava nelle valli di Castagniccia sotto l'occupazione
italiana. Ci indica lo stato d'animo di resistenza del nostro popolo,
ad un'epoca in cui il fascismo trionfava.
Ti chjami
È con la poesia che gli individui, i popoli e le nazioni hanno sempre
potuto, anche ai momenti più neri della loro esistenza, trovare ragioni
di sperare in giorno migliori.
U negru fiume
La presa di coscienza è luminosa soltanto nei libri.
In
realtà, è un avanzamento difficile, titubante. I fatti di resistenza
riportati dalla Storia di rado somigliano a quel che sono al
quotidiano. Stando ad altezza d'uomo, ne sono meno ammirevoli?
Vai puru
In
preda al dubbio ed allo scoraggiamento, l'uomo dimentica che la strada
verso un po' più di felicità è, molto spesso, più vicina e più semplice
di quanto vi sembrava.
A u vechju pueta
La
polifonia è l'appoggio della tradizione cantata in Corsica. Questa, su
un'aria tradizionale, è un omaggio ai poeti detentori di una ricchezza
inestimabile ed agli interpreti della Corsica profonda.
A'a riscossa
La
repressione ha condotto molti patrioti corsi in galera. Questo canto è
un appello alla solidarietà popolare, solo garante della vittoria per
domani.
Euskadi
Questo
canto è un'apertura sul mondo attuale. Altrove che in Corsica, in
Irlanda, in Sudamerica... altri popoli sono oppressi e soffrono di
perdere la loro identità e la loro libertà: quest'ultimo è dedicato al
popolo basco.
Farandula
Questo
canto tradizionale ci invita a ballare al suono dei violini ed altre
chitarre e banjo. È l'espressione stessa della festa popolare che si
incontrava in Corsica secondo fiere e feste di villaggio. È anche per
noi un grido di gioia e di speranza perché la Corsica di domani trovi
il "senso della festa" che è purtroppo sul punto di perdere.
Induvinella
Questa
canzone ci fa vivere l'avventura di un piccolo bambino corso che, di
ritorno nel suo villaggio, scopre giorno dopo giorno un tesoro che gli
era stato nascosto: la lingua corsa.
L'acillucciu
Il
bambino, spesso più sensibile alle cose della natura, si lascia cullare
con il canto di un uccello. E questo canto lo trasporta in un altro
mondo in cui il dispetto ed il profitto sono assenti.
Machje
Questa
poesia è tutto uno simbolo. Infatti, mentre la nostra macchia brucia
ogni anno un po'più, tutto sommato ne possediamo un altro che sarà
molto più difficile da bruciare: è la nostra cultura, il nostro
desiderio di essere corso, che ci permetterà un giorno di trovare la
nostra dignità.
Ste mane qui
Ovunque
nel mondo, milioni di uomini e di donne sono sfruttati. È per tutti i
lavoratori, con la speranza che un giorno troveranno la loro libertà e
la loro dignità, che abbiamo fatto questa canzone.
Terra brusgiata
Ogni
estate, migliaia di ettari in Corsica sono la preda delle fiamme.
Questo canto è il grido di questa terra corsa che dopo avere tanto
dato, rifiuta di lasciarsi morire.
U pagliaghju d'Ostriconi
Oggi
come ieri, il canto si afferra dell'evento. Vicino alla spiaggia di
Ostriconi, località meravigliosa in riva di mare, le finanze
internazionali, con l'espropriazione delle terre in previsione della
costruzione di un complesso turistico, tolgono ad un pastore corso la
possibilità di guadagnare la sua vita: lo scacciano, la sua capanna è
distrutta... Ma giovanni amici del pastore ritornano sui luoghi e
ricostruiscono la sua capanna.
Vogliu esse/
Questo
canto è allo stesso tempo grido di speranza e dichiarazione di tutto
uno popolo, che, rifiutando l'alienazione nella quale si trova,
desidera trovare la libertà così costosa ai suoi antenati.
(*) Un grande grazie a Gerda-Marie Kühn per queste copertine e per i testi!
LE VIDEO
Due video su A Filetta :
-
A Filetta en concert à Ottawa in 1995 (VHS Olivi)
Eccellente documente filmato di un concerto del giro "Una tarra ci hè" di 1995.
Purtroppo non è più disponibile
A Filetta voix corses
Documentario di Don Kent, con un'intervista con Franck Tenaille.
Semplicemente indispensabile.
Un piccolo brano :
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Ogni anno, da 40 000 a 45 000 persone vengono per ascoltare un concerto di A Filetta. Questi concerti sono annunciati sulla pagina "agenda". È inoltre possibile visitare il sito ufficiale del gruppo.
Ritrova la memoria di alcuni di questi momenti consultando le pagine "concerts" (concerti) in francese :